giovedì 22 novembre 2007

Il congresso - Relatori e Congressisti

lunedì 12 novembre 2007

Rassegna Stampa

venerdì 21 settembre 2007

Il Programma



Sabato 10 novembre 2007

Aula Consiliare del Comune di Randazzo

“Futuro della donazione periodica: donazione associativa o raccolta associativa?”
Presiede: Calogero Punturo, Vice Presidente Nazionale FIDAS
Ore 15.00 Saluto di benvenuto, Prof.Pietro Santoro Presidente GDVS
“ 15.15 Inizio lavori
“ 17.00 Coffee break
“ 17.15 Ripresa lavori
“ 19.00 Chiusura dei lavori
“ 20.00 Cena sociale “Villa Ariston”
“ 22.00 Visita notturna ai monumenti di Randazzo


Domenica 11 novembre 2007
Aula Consiliare del Comune di Randazzo

Ore 9.00 Saluto delle autorità
“ 9.30 Tavola rotonda
“Il volontariato e il Terzo Settore per promuovere e sostenere lo sviluppo
del mezzogiorno”

Moderatore: Antonio Bronzino, Consigliere Nazionale FIDAS
Relatori invitati:
On. Sergio D’Antoni, Vice Ministro allo Sviluppo Economico
Dott.ssa Vilma Mazzocco, Portavoce del Forum.Naz. del Terzo Settore
On. Raffaele Lombardo, Presidente Provincia Regionale di Catania
“ 11.15 Coffe break
“ 11.30 Tavola rotonda
“La donazione in aferesi: idoneità e procedure di raccolta”
Moderatore: Aldo Ozino Caligaris, Presidente Nazionale FIDAS
Relatori:
Dott. Saverio Ciriminna, Dirigente Generale Dip. Ispettorato Reg.le Sanitario
Dott. Giacomo Scalzo, Dirigente Ufficio Regionale Trasfusionale
Dott. ssa Manrica Pagano, Delegato Regionale SIMTI
Dott. Giorgio Giannotti, Dir. Ser. Trasfusionale AUSL 3 P.O. di Paternò
Delegato Regionale SIdEM
“ 13.15 Chiusura dei lavori
“ 13.30 Buffet “Villa Ariston”

Scarica il Programma dell'Interregionale

Dove si svolge

La sede dell'incontro Interregionale FIDAS Centro Sud Isole è fissata presso l'Aula Consiliare del Palazzo di Città del Comune di Randazzo, in quello che in tempi passati fu il Convento dei Padri Minori Conventuali



Nella mappa sottostante sono evidenziate:
  • in rosso il punto di incontro - Hotel Scrivano - Via Bonaventura 2, S.S.120
  • in giallo la sede degli incontri - Aula Consiliare del Comune - Piazza Municipio
  • in blu la sezione locale del GDVS - Piazza Sacro Cuore 3




Dove dormire

I partecipanti saranno alloggiati presso i seguenti hotel e le assegnazioni verranno effettuate secondo l’ordine di arrivo delle prenotazioni e fino ad esaurimento dei posti disponibili:

  • Hotel Scrivano Via Bonaventura 2, S.S.120
  • Azienda di turismo rurale “Parco Statella” C.da Montelaguardia
  • Azienda agricola “Antica Vigna” C.da Montelaguardia
  • Azienda agricola “Vallebruna” C.da Montelaguardia

Come arrivare

Randazzo sorge sul versante nord occidentale dell'Etna, a 754 mt. sul livello del mare, sul ciglio lavico di una colata preistorica, erosa dalle acque del fiume Alcantara, che scorre ai suoi piedi, in una posizione davvero felice, non solo per il clima di mezza montagna, essendo protetta dai venti freddi del nord dalla catena dei monti Nebrodi, ma anche per l'importante nodo strategico che con le sue strade rende facilmente raggiungibili i centri di Catania (61 km), Messina (73 km), Palermo (184 km) e Enna (105 km). E' tagliata longitudinalmente dalla S.S.120 che la incontra in due punti ben definiti, rappresentati dalle due principali vie d'accesso alla città, uno a nord che la collega alla costa ionica ed a quella tirrenica, ed uno a sud che permette l'accesso dall'intera area sud del Vulcano e della Sicilia intera.

Arrivare a Randazzo in aereo:
  • Aeroporto Vincenzo Bellini di Catania (Fontanarossa) – Accoglienza e spostamento a Randazzo
Arrivare in treno:
  • Stazione Ferroviaria Taormina-Giardini Naxos – Accoglienza e spostamento a Randazzo
  • (alternativo) Stazione Ferroviaria Catania Centrale - Accoglienza e spostamento a Randazzo
Arrivare in auto:

Per chi proviene dagli imbarcaderi di Messina Boccetta
  • Autostrada A20 direzione Messina Sud / Catania e proseguire lungo l’A18 Messina-Catania
  • Imboccare lo svincolo autostradale FIUMEFREDDO e proseguire lungo la strada statale 120 direzione Piedimonte Etneo / Linguaglossa / Randazzo



Per chi proviene dal versante nord-occidentale della Sicilia
Autostrada A20 Palermo-Messina direzione Messina
  • Imboccare lo svincolo autostradale BROLO / CAPO D’ORLANDO EST e proseguire lungo la strada statale 116 direzione Ucria / Floresta / S.Domenica Vittoria / Randazzo
  • (alternativo) Dall’Autostrda A19 Palermo-Catania proseguire in direzione Catania ed imboccare lo svincolo autostradale AGIRA direzione Regalbuto / Adrano / Randazzo

Per chi proviene dal versante sud della Sicilia
  • Autostrada A19 Palermo-Catania direzione Catania, svincolo autostradale AGIRA, e proseguire in direzione Regalbuto / Adrano / Randazzo
  • (alternativo e consigliato) Autostrada A19 Palermo-Catania direzione Catania, svincolo autostradale Gerbini, e proseguire in direzione di Paternò / Adrano / Randazzo




Randazzo - La città che vi ospita

Posta nel punto d’incontro di tre aree e di tre vie di comunicazione diverse, deve a ciò la sua importanza strategica ed il ruolo che nei secoli medioevali e moderni. Incastonata fra i fiumi Alcantara e Simeto, Randazzo si distingue per essere il centro di culture e paesaggi più svariati. Da una parte la splendida valle dell’Alcantara, dall’altra le pareti scoscese del versante orientale dell’Etna, ed immediatamente di là da essa i pascoli e i boschi dei Nebrodi, prima vera riserva naturalistica dell’intera regione siciliana. Il nome Randazzo deriva probabilmente dall'antico Rannazzu che significa "grosso borgo" per via della sua vasta espansione urbanistica. Il primo nucleo abitato risale all'epoca bizantina, durante la quale fu edificata una roccaforte circondata da un'imponente cinta muraria, le cui tracce ancora oggi sono ben visibili. Intorno al 1282 il sovrano Pietro I d'Aragona lo trasformò in base militare per la guerra contro gli Angioini. Nel 1305 fu possesso di Federico II d'Aragona che ne fece sua stabile dimora, ottenne il titolo di duca di Randazzo nel 1332. Nel XVI secolo il borgo conobbe una lunga fase di decadenza economica poichè le principali nobili famiglie del luogo si trasferirono nei paesi vicini. Sino al 1500 la città rimase divisa in tre quartieri, San Nicola, Santa Maria e San Nicola, nei quali si parlavano rispettivamente tre diversi dialetti: il greco, il latino e il lombardo, ancora oggi a distanza di secoli i suoi cittadini conservano le cadenze e le espressioni tipiche di quei dialetti lontani. Di questi il più particolare è il quartiere di San Martino, di dialetto e usanze proprie derivate dalla dominazione lombarda, tanto che ancora oggi il dialetto “randazzese” mantiene indubbiamente radici siciliane ma con forti componenti gallo-italiche, soprattutto nella fonetica. In seguito essa assunse l'attuale struttura urbanistica, di stampo medioevale, costruita con conci di pietra lavica locale. Di notevole interesse architettonico risultano essere la Chiesa di S. Maria costruita tra il 1217 e il 1239, di fattura normanno-sveva, che racchiude tre maestose absidi con forma di torrioni merlati, la Chiesa di S. Nicola del 1583 che conserva numerose sculture di scuola gaginesca e un fonte battesimale di stile gotico e la Chiesa di S. Martino del XIII secolo, con all'interno una bella acquasantiera di gusto gotico e al suo esterno uno splendido campanile del trecento con un'alternanza di finestre monofore e bifore. Caratteristici sono pure la Casa Spitaleri del XIV secolo, i ruderi delle mura medioevali con la Porta di S. Martino del 1753 e il Castello Svevo, più volte rimaneggiato, che oggi è sede del Museo Archeologico "Paolo Vagliasindi". Di queste opere architettoniche la chiesa di San Nicola svolgeva nei secoli passati una funzione importantissima della vita cittadina, giacchè in essa si tenevano le sedute del parlamento cittadino, a prescindere dal fatto che essa fosse la chiesa di uno dei tre quartieri orgogliosi della propria individualità. Nella piazza antistante la chiesa è situata una statua chiamata popolarmente “Randazzo Vecchio”. La scultura, risalente al 1737, dovrebbe riprodurre il mitico gigante Piracmone, rappresentato come una figura maschile nuda, stante, con un leone ai piedi e un’aquila sul capo, mentre un serpente gli si avvolge attorno, e potrebbe significare l’unità della città nelle tre stirpi che la compongono. La statua manca del braccio destro, che si narra indicasse la porta della chiesa come per invitare i cittadini a partecipare alla vita politica.

Paternò - La sede del GDVS

Seducente mosaico di mutevoli vedute, Paternò offre l’immagine di una suggestiva ricchezza monumentale e urbanistica. Dalla collina storica, dall’intero tessuto urbano, edifici religiosi e civili si esprimono con i valori perenni che civiltà e culture lontane hanno incastonato sulla florida pianura etnea. In principio era la Grande Rupe, pittoresca collina di lava basaltica originatasi dallo spegnimento di un antico vulcano, attorno al quale ebbe inizio la costruzione di quella che per molti secoli divenne dimora di numerosi popoli; fin dal V secolo a.C. fu sede della favoleggiata Hibla Major, citata da Omero in una delle sue opere. Passo poi in mano ai Normanni che ne fecero fulcro del loro predominio sull’isola. Nel 1072 vi edificarono quello che ancora oggi rappresenta il simbolo della città, il Castello Normanno, magnifico esempio di costruzione militare nato dall’esigenza di dominare un intero territorio, quello sud orientale dell’Etna. Assieme a questo ne furono edificati altri due in tempi poco seguenti, quello di Motta S.Anastasia e quello di Adrano. Dal 1456 ininterrottamente per quattro secoli fu signoria dei Moncada, una delle più potenti famiglie nobiliari della Sicilia: con la loro dominazione ebbe avvio la vivace espansione urbanistica che diede origine all’attuale assetto viario. Una nuova urbanistica venne disegnandosi, impostata sulla perfetta squadra dei due principali assi stradali: la Via Vittorio Emanuele, che dalla villa Moncada, all’ingresso nord della città, tira diritto fino alla Piazza Indipendenza, vero salotto della vita cittadina, scenograficamente conclusa dal barocco aspetto della chiesa della SS. Annunziata, e la via G.B.Nicolosi, che, attraversando la città da nord a sud e incrociando la via Vittorio Emanuele nel baricentro di piazza Regina Margherita (“i Quattro Canti”) e, più avanti la moderna via Emanuele Bellia, si arriva nell’arioso largo Assisi. All’interno dei due assi stradali si articola il ricco e lievitante tessuto urbanistico della città, con strutture regolari nei quartieri esterni, e un po’ più convulso in quelli occidentali, d’impianto più remoto. Il percorso è allietato così dalla monumentale vista di numerose strutture religiose, per prima la chiesa dell’Annunziata, intesa da tutti “Monastero”, perché in origine sede di un convento di benedettine, il cui impianto frontale, di chiara matrice barocca, diventa scenario di uno tra i più spettacolari eventi piromusicali dell’intera regione, la chiusura delle celebrazioni in onore di “S.Barbara” patrona della città, nei giorni 3, 4 e 5 Dicembre. Altro esempio tipico di architetture barocche è rappresentato dall’insieme di chiese monumentali in Piazza S.Barbara, sede tra le altre dell’omonima chiesa, in mezzo alla quale il visitatore rimane immobile di fronte alla serena imponenza della struttura tardo-rinascimentale, che di giorno quasi impressiona per l’importanza propria della costruzione e di notte incanta con un affascinante gioco di luci sapientemente puntate a sottolineare i particolari della splendida facciata. Ma il vero centro della città è rappresentato dalla collina storica alla quale si accede per mezzo della cosiddetta “Porta del Borgo”, dalla quale si entra in quello che rappresentava il cuore dell’antica città: una moltitudine di antiche abitazioni che fanno da corollario al complesso monumentale costituito dalla chiesa di S.M. dell’Alto di costruzione neo-romantica, alla quale si arriva per una spettacolare e suggestiva “Scalinata Settecentesca”, dal Castello Normanno e dal più recente Santuario di S.Maria della Consolazione, opera che ripropone nei suoi moduli stilistici e nei vibranti cromatismi dei paramenti murari gli echi e le suggestioni dell’arte romanica, qui rivissuta in termini di mediterranea solarità. Non solo attrattive monumentali distinguono la città dai centri vicini ma anche una tra le più straordinarie attrazione naturalistica, costituita dalle “Salinelle”, manifestazioni di origine vulcanica, testimoni di un’antica attività eruttiva che in tempi ormai remoti si proponevano a raggiera attorno alla collina storica, anch’essa di origine eruttiva. Qui si osservano fenomeni di degassazione, emissione di acqua calda e fango con forte contenuto di sali, anidride carbonica, sostanze azotate, metano, acido solfidrico, un tempo sfruttate a scopo medicamentoso. Paternò è anche agricoltura e commercio, la cittadina etnea si è sempre distinta tra i 58 comuni della provincia che la ospita; è uno dei maggiori centri economici della zona meridionale dell’Etna sia per la presenza di numerose attività produttive sia per quella di interminabili distese di campi coltivati e di agrumeti, vera ricchezza locale. Gli agrumi prodotti in questa zona sono prodotti sono unici al mondo e peculiari per caratteristiche organolettiche, gusto e colore, non a caso l’arancia di Paternò è detta “pigmentata” per il suo colore rosso sangue.
L'interregionale Randazzo 2007 è oramai archiviato. Per due intensissime giornate la Sicilia si è arricchita dei colori e dello spirito che ognuno dei partecipanti ha saputo scolpire nel cuore dei siciliani, donatori e non (ancora per poco). Certi dell'ottima riuscita dell'evento ringraziamo quanti si sono adoperati all'organizzazione dell'annuale incontro autunnale: la FIDAS nazionale, quella regionale, l'amministrazione comunale di Randazzo, i soci ed i cittadini randazzesi.

Grazie e ancora grazie....il team del GDVS !!!
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Gruppo Donatori Volontari - FIDAS - Paternò