venerdì 21 settembre 2007
Randazzo - La città che vi ospita
Posta nel punto d’incontro di tre aree e di tre vie di comunicazione diverse, deve a ciò la sua importanza strategica ed il ruolo che nei secoli medioevali e moderni. Incastonata fra i fiumi Alcantara e Simeto, Randazzo si distingue per essere il centro di culture e paesaggi più svariati. Da una parte la splendida valle dell’Alcantara, dall’altra le pareti scoscese del versante orientale dell’Etna, ed immediatamente di là da essa i pascoli e i boschi dei Nebrodi, prima vera riserva naturalistica dell’intera regione siciliana. Il nome Randazzo deriva probabilmente dall'antico Rannazzu che significa "grosso borgo" per via della sua vasta espansione urbanistica. Il primo nucleo abitato risale all'epoca bizantina, durante la quale fu edificata una roccaforte circondata da un'imponente cinta muraria, le cui tracce ancora oggi sono ben visibili. Intorno al 1282 il sovrano Pietro I d'Aragona lo trasformò in base militare per la guerra contro gli Angioini. Nel 1305 fu possesso di Federico II d'Aragona che ne fece sua stabile dimora, ottenne il titolo di duca di Randazzo nel 1332. Nel XVI secolo il borgo conobbe una lunga fase di decadenza economica poichè le principali nobili famiglie del luogo si trasferirono nei paesi vicini. Sino al 1500 la città rimase divisa in tre quartieri, San Nicola, Santa Maria e San Nicola, nei quali si parlavano rispettivamente tre diversi dialetti: il greco, il latino e il lombardo, ancora oggi a distanza di secoli i suoi cittadini conservano le cadenze e le espressioni tipiche di quei dialetti lontani. Di questi il più particolare è il quartiere di San Martino, di dialetto e usanze proprie derivate dalla dominazione lombarda, tanto che ancora oggi il dialetto “randazzese” mantiene indubbiamente radici siciliane ma con forti componenti gallo-italiche, soprattutto nella fonetica. In seguito essa assunse l'attuale struttura urbanistica, di stampo medioevale, costruita con conci di pietra lavica locale. Di notevole interesse architettonico risultano essere la Chiesa di S. Maria costruita tra il 1217 e il 1239, di fattura normanno-sveva, che racchiude tre maestose absidi con forma di torrioni merlati, la Chiesa di S. Nicola del 1583 che conserva numerose sculture di scuola gaginesca e un fonte battesimale di stile gotico e la Chiesa di S. Martino del XIII secolo, con all'interno una bella acquasantiera di gusto gotico e al suo esterno uno splendido campanile del trecento con un'alternanza di finestre monofore e bifore. Caratteristici sono pure la Casa Spitaleri del XIV secolo, i ruderi delle mura medioevali con la Porta di S. Martino del 1753 e il Castello Svevo, più volte rimaneggiato, che oggi è sede del Museo Archeologico "Paolo Vagliasindi". Di queste opere architettoniche la chiesa di San Nicola svolgeva nei secoli passati una funzione importantissima della vita cittadina, giacchè in essa si tenevano le sedute del parlamento cittadino, a prescindere dal fatto che essa fosse la chiesa di uno dei tre quartieri orgogliosi della propria individualità. Nella piazza antistante la chiesa è situata una statua chiamata popolarmente “Randazzo Vecchio”. La scultura, risalente al 1737, dovrebbe riprodurre il mitico gigante Piracmone, rappresentato come una figura maschile nuda, stante, con un leone ai piedi e un’aquila sul capo, mentre un serpente gli si avvolge attorno, e potrebbe significare l’unità della città nelle tre stirpi che la compongono. La statua manca del braccio destro, che si narra indicasse la porta della chiesa come per invitare i cittadini a partecipare alla vita politica.
L'interregionale Randazzo 2007 è oramai archiviato. Per due intensissime giornate la Sicilia si è arricchita dei colori e dello spirito che ognuno dei partecipanti ha saputo scolpire nel cuore dei siciliani, donatori e non (ancora per poco). Certi dell'ottima riuscita dell'evento ringraziamo quanti si sono adoperati all'organizzazione dell'annuale incontro autunnale: la FIDAS nazionale, quella regionale, l'amministrazione comunale di Randazzo, i soci ed i cittadini randazzesi.
Grazie e ancora grazie....il team del GDVS !!!
Grazie e ancora grazie....il team del GDVS !!!